Di e con: Rebecca Righetti
Aiuto regia: Val Wandja
Assistente alla regia: Paolo Lupidi
Audio e luci: Erica Galante
Con il sostegno di: Risonanze Network, Carrozzerie | n.o.t, Spin Time Labs,
IAC-Centro Arti Integrate
Selezione Strabismi 2023
FORTEZZA EST 21 – 22 – 23 marzo 2024
Debutta in prima assoluta a Fortezza Est “Cade la neve figurati io” scritto, diretto ed interpretato da Rebecca Righetti che porta in scena dal 21 al 23 marzo un monologo ironico e pungente sull‘inquietudine esistenziale delle nuove generazioni bloccate nella convinzione di non essere mai abbastanza.
“Cade la neve figurati io” è un tentativo di raccontare il disagio generazionale. Il lavoro di Rebecca Righetti inizia due anni fa intervistando alcuni suoi coetanei ventenni. Nonostante le diverse esperienze degli intervistati, ricorrente e diffusa traspariva l’insoddisfazione verso se stessi, espressa con frasi ricorrenti come: “Sto male perché…Non mi sento all’altezza dei miei coetanei/ Mi sento in ritardo con i tempi/Mi sento solo/ Mi sento perso/ Ho iniziato a soffrire d’ansia perché i miei genitori…”.
Questo esponenziale aumento di malessere fra i giovani non può essere una coincidenza e il motivo non è perché li nuove generazioni sono troppo sensibili. Avere vent’anni oggi significa interfacciarsi quotidianamente con esempi di virtuosismo: social network dove ogni giorno c’è qualcuno che si laurea, chi compra casa, chi fa mille viaggi; articoli di giornale e servizi tv dove una volta a settimana ci viene raccontata la storia dello studente prodigio che si è laureato in poco tempo. E anche se questi casi isolati -perché di casi isolati si tratta- non rispecchiano la realtà, l’unica narrazione che riusciamo a ricavarne è: se non ci riesci è perché non stai facendo abbastanza.
“Cade la neve figurati io” è uno spettacolo dove l’importante è non farcela. La protagonista di questo testo è un incubo fatto persona: una venticinquenne senza patente, laurea e posto fisso. Si trascina appresso un grande malessere, e lo affronta nell’unico modo possibile: scherzandoci sopra. Mettici poi il malessere esistenziale, le ferite emotive e l’ansia costante. Se cercate una protagonista eroica e performante, siete nel posto sbagliato. Eppure anche la propria disperazione può far comodo se si affronta con ironia.
Ma quanto a lungo può reggere un meccanismo così fragile?