LOGLINE
Diego Frisina, sopraffatto dal senso di impotenza di fronte alla faziosità dei mezzi di informazione, decide di compiere un gesto estremo: rapire il noto giornalista Paolo Mieli.
CREDITI
di e con DIEGO FRISINA
regia di MARIO PIZZUTI e DIEGO FRISINA
sound design ALLESSANDO SCORTA e GIANLUCA FRADDOSIO
animazioni MARINA ANGELUCCI
co-prodotto da FORTEZZA EST
PROGETTO
Il progetto di questo spettacolo è frutto di un moto di ribellione. Risulta sempre più evidente agli occhi e alle orecchie di tutti, la spaccatura tra establishment economico-politico e opinione pubblica. La spaccatura è specialmente evidente nei mezzi di informazione, siano essi giornali o trasmissione televisive.
In reazione a questo sistema, che non è così improprio definire corrotto, è stato pensato e scritto questo spettacolo. Anche se pensato non è la parola adatta: il testo si è formato nell’organismo del suo autore come una reazione immunitaria ad un corpo estraneo; un corpo estraneo che i più non faticheranno ad identificare anche dentro sé: un profondo senso di sfiducia, di assenza di prospettive e rappresentanza, la disarmante sensazione di essere costantemente manipolati, dirottati, ingannati, mentre il mondo galoppa verso un disfacimento che sembra inarrestabile.
Lo spettacolo è uno dei vincitori del bando “Pillole #tuttoin12minuti” indetto da Fortezza Est.
SINOSSI
Paolo Mieli mi guarda, io lo guardo. Mi chiede cosa voglio, gli rispondo -Giustizia-. Mi chiede se sono pazzo, gli rispondo che non sono mai stato così lucido. Mi dice che ha paura, gli dico che fa bene, la paura è una reazione adeguata. Lui si mette a singhiozzare e io sento una fitta al cuore, evidentemente non l’ho indurito abbastanza, avrei dovuto guardare più episodi di “Piazza Pulita”.
Diego Frisina è un giovane uomo dall’acuto senso critico che cerca costantemente di ampliare e integrare la sua visione del mondo. Un giorno, sopraffatto dal senso di impotenza di fronte alla faziosità dei mezzi di informazione e spaventato dalla prospettiva di una nuova guerra mondiale, decide di compiere un gesto estremo: rapire il noto giornalista Paolo Mieli. Le difficoltà che incontrerà come novello terrorista saranno diverse e impreviste: dal trovare un modo di far pervenire le sue ragioni ai mezzi di informazione, a come preparare un cappuccino alla soia per far fronte all’intolleranza al lattosio di Paolo Mieli.
Le cose prenderanno una piega imprevista quando, a seguito di una incontrollata reazione geopolitica, il rapimento di Paolo Mieli porterà il mondo sulle soglie di un conflitto mondiale. Diego, nel tentativo di arrestare l’escalation militare da lui accidentalmente innescata, scoprirà il sordido intreccio che lega la stampa al potere politico e finanziario.
Come si intuisce lo spettacolo è una satira oraziana, dove il crescendo di assurdità delle vicende che vive il protagonista ha sempre lo scopo di smascherare alcuni aspetti della società occidentale contemporanea. Un one-man show che strizza l’occhio alla stand up comedy, pur non rinunciando mai allo story-telling e ai diversi mezzi espressivi che il teatro offre per riuscire a veicolare contenuti ed esperienze.
CV
Diego Frisina
Diego Frisina nasce a Roma il 21/02/1994. Si interessa alla recitazione già dagli ultimi anni di liceo e ha le prime esperienze di set nel 2013 con il cortometraggio “Gli uccisori” di Giovanni Paolucci e con un piccolo ruolo nell’ultimo film di Ettore Scola “Che strano chiamarsi Federico”. Nel 2014 ottiene i primi ruoli televisivi, recitando come protagonista di puntata nella serie “Don Matteo”, e come personaggio ricorrente nell’ultima stagione de “I Cesaroni”. Nel 2014 prende parte al film internazionale “Price For Freedom”.
Nel 2015 si iscrive alla facoltà di Medicina e Chirurgia, laureandosi nel 2020 con 110 e Lode.
Non smette di formarsi anche come attore, diplomandosi presso “Teatro Azione” nel biennio 2017-2019. Nel 2021 scrive e interpreta il suo primo spettacolo, “Dio non parla svedese” che debutta al Campania Teatro Festival e successivamente partecipa a diversi festival sul territorio nazionale, vincendo il “Premio Rita Sala” al miglior attore nel 2022, “Menzione Speciale” al Milano Off Fringe Festival 2022, “Premio Palco Off” al Catania Off Fringe Festival e il “Premio alla miglior drammaturgia” al Torino Fringe Festival 2024.
Mario Pizzuti
Diplomatosi attore, a Roma, allo “Studio Fersen – scuola internazionale dell’attore”, esordisce in teatro con “Piccola città” di T. Wilder, per la regia di Ermanno Olmi. Dopo un anno passato con la “Nuova Opera dei burattini” della grande artista Maria Signorelli, spinto dal desiderio di approfondire il lavoro dell’attore, riprende a studiare: Pippo Del Bono, Dominic de Fazio, Citto Maselli per la recitazione; Gabriella Ravazzi per la voce parlata; Anna Paola Bacalov e Elena Majnoni per lo studio del movimento sono stati alcuni dei suoi maestri e compagni di lavoro. Decisivo fra tutti è stato l’incontro e lo studio per due anni con Nicolaj Karpov, capo del dipartimento di movimento scenico del GITIS di Mosca, grazie al quale scopre la biomeccanica e la sua applicazione nello studio e nella costruzione del personaggio. Nei primi anni novanta viene scelto per un progetto del “Teatro stabile delle Marche” sugli scritti giovanili di Giacomo Leopardi, dal titolo “Lieti inganni, felici ombre”, per la regia di Franco Però. Partecipa poi a progetti di ricerca teatrale con i registi Paolo De Falco e Salvo Piro. Nel 1995 inizia una lunga collaborazione con Dario D’Ambrosi, fondatore del “Teatro Patologico”, prima come aiuto regista, poi nella scuola di teatro integrata “La magia del teatro”, in cui insegna recitazione. Scrive e dirige per Giorgio Colangeli il monologo “Il canto della farfalla”, rappresentato più volte tra il 1996 e il 2006. Sempre in quegli anni, un suo cortometraggio, “L’amore al primo posto”, è selezionato al “Sacher Festival” di Nanni Moretti. Dal 2000 al 2010, nel comune di Paliano (FR), forma una compagnia teatrale attraverso laboratori di recitazione, e realizza spettacoli di cui cura anche la regia. Parallelamente inizia a lavorare nel cinema come dialogue e acting coach: segue, tra gli altri, Isabelle Huppert, Penelope Cruz in tutti i suoi film italiani; collabora con i registi Sergio Castellitto, Leonardo Pieraccioni, Daniele Luchetti, Cristina Comencini, i fratelli Taviani, Stefano Sollima, Marco Bellocchio, Michele Alhaique; come acting coach lavora con tutto il cast di “Romanzo criminale – la serie 1 e 2”, “Suburra – la serie 1”, “Bang bang baby”. Negli ultimi anni ha proseguito nella formazione/collaborazione con il maestro Davide Rocca, cantante lirico e insegnante di canto, per il quale ha tenuto stage per cantanti sulla recitazione e studio del movimento, culminati con concerti-spettacolo. Dal 2014 ha aperto a Roma la “palestra di recitazione”, luogo di formazione, allenamento, ricerca e preparazione ai provini.
Fortezza Est h. 20.30
Prenotazione Obbligatoria
Mail prenotazionifortezzaest@gmail.com
Whatsapp 329.8027943
Fortezza Est Stagione Teatrale 2024/25
SIAMO ARGENTO VIVO – Mutevoli, inquieti, imprevedibili
via Francesco Laparelli, 62 Roma – Tor Pignattara