o l’abissale solitudine di un’anima androgina
di Leonardo Bianchi e Gian Maria Labanchi
Performer Leonardo Bianchi, Gian Maria Labanchi, Daniel Mantovani
Drammaturgia Leonardo Bianchi
Drammaturgia del suono Gian Maria Labanchi
light designer Erica Galante
Foto locandina Luisa Fabriziani
Grafica Alessandro Bianchi
Comunicazione Giulia Tremolada
produzione Elliot Teatro
Residenza creativa 2024 Fortezza est
FORTEZZA EST 2– 3 – 4 MAGGIO 2024
‘Binarismo e fluidità rischiano di collidere. Il mondo sarà di eguali, se saranno unici.’
Judith Lorber
Debutta in prima assoluta “La Sirenetta. O l’abissale solitudine di un’anima androgina” nuovo lavoro della compagnia Elliot Teatro che dopo “Elizabeth – Una Fiaba Queer” torna ad interrogarsi sull’identità di genere attraverso uno spettacolo che intreccia abilmente parola e musica, un live set ambientato tra il fondo di un mare artificiale e la terraferma, in cui il protagonista si confronta con il pubblico, indagandosi.
Schemi televisivi, scaletta da concerto, una struttura monologante, musiche, citazioni e rimandi all’immaginario queer: la Sirenetta è un tracciato di esperienze e testimonianze di numerosi ragazzi androgini, sfavoriti per il fatto che la propria anima non sia inserita nel corpo giusto. Il protagonista del racconto, Marcel, rivive a tu per tu con il pubblico gli episodi più esaltanti della sua complessa accettazione, narrando attraverso la parola e le sue canzoni preferite, gli incontri che lo hanno maggiormente temprato come uomo e gli scontri che hanno permesso la fioritura del suo universo femminile.
Le nostre società continuano a basarsi sul dualismo uomo-donna. Una struttura che costituisce una barriera sociale per coloro che (transgender, transessuali, di genere non binario,…) desiderano cambiare, mescolare o identificarsi in più espressioni di genere. Nonostante i generi multipli, i pronomi e i bagni neutri, le denominazioni X e altre manifestazioni di degendering stiano diventando comuni, le categorie giuridiche e sociali dell’emancipazione sono ancora modellate sulla struttura binaria.
In un dialogo tra femminile e maschile, incarnando comodamente il neutro, Marcel affronta temi dell’identità e dell’accettazione attraverso una forma performativa molto simile a un live show di stand-up comedy musicale. Il racconto contiene infatti brani e passaggi della cultura musicale pop contemporanea, italiana e internazionale.
Il protagonista vive contemporaneamente un tormento artistico e privato. E’ un ragazzo che ha scelto di proteggersi con l’arma della solitudine, riversando in un nuovo personaggio la paura della vita così come quella, speculare, della morte. Entrambe le sue parti restano mosse dal medesimo suono, quello che spinge ogni artista a saziare la stessa fame di infinito.